Abbaiare è un diritto del cane, arriva la sentenza

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Una sentenza finalmente sancisce ciò che molte persone di buon senso hanno sempre pensato: “Abbaiare è un diritto esistenziale del cane”

Dopo anni di battaglie sul fronte dei diritti dei nostri amici animali, arriva una sentenza che mette fine a molte, inutili, polemiche. Abbaiare è un diritto esistenziale del cane: così ha sancito il giudice del Tribunale di Lanciano, Dott. Giancarlo De Filippis, con una sentenza emessa a conclusione di un procedimento civile d’urgenza.

Questa storica decisione rappresenta una vera e propria conquista nel campo della tutela dei diritti degli animali e più nello specifico in riferimento al “migliore amico dell’uomo”: tale precedente legale costituisce un pilastro fondamentale per il rispetto della natura di questi animali e per il riconoscimento dei loro diritti.

In questo caso particolare, i vicini di casa hanno accusato i due cani di arrecare disturbo con il loro abbaiare ma il giudice ha stabilito che ciò rappresenta un diritto inalienabile degli animali, soprattutto nel caso di difesa, guardia e sicurezza dell’abitazione del proprio padrone e purché non venga superata la soglia di tollerabilità prevista dal codice.

Nello specifico, il Giudice ha tenuto in considerazione la funzione fondamentale svolta dai cani: abitando in aperta campagna, tali animali costituiscono una sorta di “allarme vivente” e dunque rappresentano un ulteriore strumento di tutela per la famiglia in questione.

È necessario precisare inoltre che, per giustificare la sua decisione, il giudice ha fatto riferimento agli articoli 544 bis e successivi del codice penale, all’art. 5 della legge 189 del 2004 e alla ratifica della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, che stabilisce l’obbligo morale dell’uomo di rispettare tutte le creature viventi.

A riprova della decisione presa dal giudice De Filippis si è schierata l’Associazione Animalisti Onlus che – attraverso le parole del suo Presidente – ha sottolineato come, nonostante l’Italia sia un Paese all’avanguardia nella legislazione in materia di diritti degli animali ed esistano numerose leggi a tutela degli stessi, spesso tali leggi non vengono applicate oppure sono adottate in maniera inopportuna e ingiusta.

La problematica che si riscontra in merito è insita nella cultura di chi poi deve applicare tali leggi: al giorno d’oggi è un dato di fatto che, a fronte di numerosi casi di maltrattamenti perpetrati a danno degli animali, susseguono poche condanne. A ciò si aggiunge il fatto che una parte di popolazione italiana considera ancora gli animali come cose, oggetti o strumenti a supporto degli uomini. 

Tale sentenza costituisce una importante testimonianza di come il diritto italiano stia sempre più estendendo la sua sfera di interesse verso la tutela degli animali e il riconoscimento dei loro diritti.

In tema esistono già delle normative che predispongono obblighi e doveri in capo al proprietario di un animale: partendo dal presupposto che sia molto complicato impedire al cane di abbaiare – in quanto suo istinto naturale – il padrone è comunque tenuto a porre dei freni ai latrati dell’animale in determinati orari del giorno e soprattutto durante le ore di riposo, in modo tale da non arrecare molestie al vicinato. 

La norma di riferimento è l’articolo 659 del codice penale che, in tema di disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone, sottolinea come la nostra libertà finisca ove cominci quella degli altri, precisando che l’abbaiare dell’animale non deve superare i limiti di tollerabilità.

Inoltre il proprietario è tenuto al rispetto dell’animale e delle altre persone e, dunque, ha il dovere di educare il cane – se necessario anche attraverso corsi di addestramento finalizzati a miglioramenti comportamentali e alla convivenza pacifica – e di non abbandonarlo per diverse ore in giardino o sul terrazzo.

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